Quando una promessa pesa più di una firma, il campo si trasforma in tribunale. Da una parte la gratitudine, dall’altra la frustrazione. E in mezzo, un amore che rischia di finire male

Un affare che sembra essersi arenato, in maniera forse definitiva, ma che ha creato una spaccatura probabilmente insanabile fra l’Atalanta e Ademola Lookman. L’attaccante nigeriano è stato bersagliato in questi giorni per aver espresso pubblicamente la volontà di lasciare il club, in maniera anche piuttosto brusca. Ma ricostruiamo la storia per capire com’è andata davvero.
Tutto nasce da un forte interesse dell’Inter per Lookman. Il club nerazzurro vuole fortemente il talento classe 1997 per rinforzare il reparto avanzato, tanto da aver fatto diverse proposte all’Atalanta per cederlo. L’ultima offerta era di 42 milioni più 3 di bonus a fronte di una richiesta bergamasca di 50 milioni. Ma niente da fare: Percassi non si muove da quella richiesta e rifiuta ancora la proposta.
Da quel momento inizia una guerra a distanza fra il calciatore e il club, con i tifosi che si schierano platealmente dalla parte della società con uno striscione che dà a Lookman dell’ingrato. Ma lui non fa una piega, ringrazia i tifosi per l’affetto che gli hanno sempre dato e attacca la dirigenza: “Mi avevano fatto una promessa e non l’hanno mantenuta”.
La spiegazione di Percassi: “Avevamo l’accordo per cederlo all’estero”
La versione dell’Atalanta, affidata ancora una volta a Luca Percassi, non si è fatta attendere. Già prima dell’ultima schermaglia Percassi aveva spiegato che sì, c’era un’offerta dell’Inter per lui, ma che tempi e modi della cessione erano comunque in carico alla Dea.

Ora Percassi è tornato sull’argomento, spiegando perché anche quest’ultima offerta, che sembrava molto interessante, non è stata accettata: “Lo scorso anno ci è arrivata solo un’offerta di 20 milioni del Paris Saint Germain, che non corrispondeva al valore reale del calciatore. Con Ademola c’era un accordo per cederlo all’estero e ad una cifra congrua ma l’accordo era che non avrebbe indossato alcun’altra maglia in Italia”.
Così facendo l’ad atalantino si è scrollato di dosso le accuse del calciatore e di chi difendeva la promessa fattagli e mai mantenuta: c’era sì un gentlemen’s agreement ma a condizione che Lookman non fosse mai un avversario dell’Atalanta. Se è andata davvero così Lookman dovrà farsene una ragione e aspettare un’offerta dall’estero, magari più convincente dei 20 milioni che offrì il PSG.